Published On: Mer, Set 30th, 2020

Salvaguardia Ambiente: punire o premiare?

Share This
Tags

Camminando per le strade del centro di Roma non è difficile imbattersi in alcune targhe in pietra affisse sui palazzi. Leggendoli con attenzione ci possono anche far sorridere, ma erano degli antesignani di comunicazioni per il rispetto dell’ambiente e del decoro urbano.

Prendiamo una targa che si trova ancora oggi nel quartiere Trevi della capitale e analizziamone alcuni passaggi delle incisioni. Innanzitutto leggiamo la data che si riferisce al 25 aprile 1764. Siamo nella Roma papalina che è la capitale dello Stato Pontifico con reggente è Papa Clemente XIII. Di certo a quei tempi non vi era una coscienza ambientale, ma da quello che leggiamo di certo era presente il concetto di decoro urbano.

La targa recita così in alcuni passaggi:

“(..)si proibisce ad ogni persone di gettare e far gettare in questo vicolo immondezze di ogni sorte e farvi il mondezzaro sotto pena scudi dieci i altre pene ad arbitrio di sua signoria illustrissima”

Pubblica gogna nel passato (Credit miglioverde)

Le malattie come la peste nei secoli precedenti avevano fatto capire che era importante mantenere le città pulite, anche se ovviamente questi cartelli erano posti solamente nelle aree più ricche della città spesso vicino a palazzi signorili. Sarà poi solo nell’800 che nasceranno i veri e propri servizi di nettezza urbana.

Nel 1764 dieci scudi pontifici erano una cifra molto elevata e sarebbero pari a quasi 500/600 euro di oggi. Ma oltre al fatto che quella cifra era davvero elevata per l’epoca, il peggio erano queste “pene ad arbitrio” che si trattavano solitamente di pene corporali, come frustate, che venivano spesso scontate alla pubblica gogna. Forse per l’epoca e non essendoci una coscienza ambientale erano quasi veri e propri soprusi a danno dei poveri per il decoro dei ricchi.

Volontari ambientali (Credit Plastic Free)

Nel 2020 i reati ambientali vengono oggi puniti con pesanti ammende e in casi gravi anche con la detenzione, dunque di fatto si sceglie la via della punizione. Il metodo non è di fatto cambiato e anche se fortunatamente non esistono più per le pene corporali. Probabilmente, per i reati meno gravi ovviamente, multe e ammende non sono sempre forse la via più giusta per ridurre drasticamente questi fenomeni che come vediamo continuano ad essere numerosi nel nostro Paese. Inoltre spesso i controlli non sono sufficienti è quindi tutto è vanificato.

Chissà se invece un sistema che premi chi è più virtuoso e in qualche modo penalizzi invece chi non è lo potrebbe essere un’altra soluzione? Anche con i cittadini (o aziende e associazioni) più virtuosi sarebbe cosa lodevole premiarli, supportarli o ridurgli le tasse e forse anche gli altri poi inizierebbero a voler ambire ad essere cittadini migliori.

Chissà forse è una utopia, ma provare a cambiare le cose, passa anche provando a cambiare abitudini e metodi. A voi le considerazioni.

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45