Published On: Ven, Ott 16th, 2020

20 anni fa, l’anno delle alluvioni in Italia

Era il 2000, l’anno che i più ricorderanno per il temuto “millenium bug”. Alle porte del nuove millennio c’era quella paura che allo scattare della mezzanotte fra il 31 dicembre 1999 e il 1 gennaio 2000 si potessero bloccare tutti i PC del mondo.

Quella paura passò rapidamente con il brindisi di mezzanotte e tutto andò per il verso giusto dal punto di vista informatico. Ma l’anno 2000, così come il 2020,  non trascorse così sereno per il nostro Paese e con la fine dell’estate presentò il conto.

Soverato, dopo l’onda di piena nel Camping (Credit Protezione Civile)

Iniziamo dal sud Italia, alla fine di una estate calda. Siamo ad inizio settembre. Una perturbazione scarica sulla Calabria una grande quantità di acqua fra l’8 e il 10 settembre del 2000. Picchi fino a 600 mm di pioggia caduti nelle montagne del versante jonico calabrese generano non pochi problemi in poche ore. I piccoli bacini vanno rapidamente in crisi e non riescono a smaltire la piene, anche a causa della incuria dei corsi d’acqua e del restringimento delle vie di deflusso.

La tragedia si svolge lungo il corso della fiumara Beltrame. Nel bacino cadono poco meno di 500 mm in poche ore. Al fondo del corso d’acqua si trova un campeggio. In pochi minuti, all’alba, un’onda di fango e acqua, probabilmente dovuta allo sfondamento di qualche accumulo formatosi per ostruzione del corso d’acqua (tronchi, massi, rifiuti), si abbatté sul campeggio “Le Giare” di Soverato in provincia di Catanzaro.

La conta delle vittime porta a 13. Il campeggio ospitava in quei giorni alcuni volontari di UNITALSI con un gruppo di disabili che erano venuti per trascorrere un momento di serenità al mare. Una tragedia che scosse tutto il Paese. La conta dei danni fu ingente in tutta il versante ionico meridionale calabrese.

La tragedia porterà il legislatore a redigere d’urgenza la cosiddetta “Legge Soverato” (365/00) che metterà un pò di ordine sulla pianificazione e accorciando i tempi sull’applicazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Purtroppo in Italia ci vogliono le tragedia per mettere mano ad azioni forti.

Il 2000, però, non era ancora finito così. Arriviamo a metà ottobre e ci spostiamo al nord-ovest. Stesso copione del sud Italia. Una violenta perturbazione, chiamata “Josephine”, metterà in scacco Piemonte e Valle d’Aosta. Fra il 13 e il 15 ottobre 2000 sul nord del Piemonte e sull’intera Valle d’Aosta vengono scaricati fino a 600 mm di acqua. In particolare per la Valle d’Aosta, regione dal clima piuttosto secco, sono quantitativi molo elevati ed estremi.

Autostrada A5 Torino-Aosta allagata (Credit Regione VdA)

La situazione è davvero tragica, la piccola regione alpina resta di fatto isolata dal mondo, chiusi i trafori internazionali, la Dora Baltea travolse strada, autostrada e ferrovia. Un vero è proprio disastro a causa di centinaia di frana ed esondazioni dei piccoli torrenti di montagna. La stessa situazione la vive il Piemonte e anche Torino che va a bagno con i suoi quartieri più prossimi alla Dora Riparia.

Le vittime fra le due regioni sono 24 e 50.000 sono gli sfollati. Una devastazione che ha messo in ginocchio due regioni con danni per miliardi delle allora lire. Anche questo ennesima tragedia,  insieme a quella di Soverato, sconvolse, dopo solo un mese, nuovamente il Paese.

Una frana di 500 mila metri cubi si stacca a Cogne (Credit Regione VdA)

La gara di solidarietà sarà immensa, ma le cicatrici nelle due regioni saranno profonde e ancora visibili oggi. Gli interventi strutturali furono davvero importanti, in particolare in Valle d’Aosta, dove, dopo aver vissuto forse una delle peggiori tragedie delle sua storia, ha messo come priorità nella sua gestione la difesa del suolo. Gli interventi furono molto ingenti, anche grazie all’autonomia finanziaria della Regione, e oggi molti eventi calamitosi sono stati superati in maniera eccellente grazie agli interventi a seguito di quel tragico evento. La dimostrazione si è avuta solo 10 giorni fa, con l’evento alluvionale della notte 3 ottobre, dove seppur con qualche danno, non ci sono state particolari conseguenze per la Vallée.

In Piemonte e con un territorio più esteso, gli interventi ci sono stati, ma forse in misura minore rispetto alla regione vicina di casa. I lavori sono stati anche più lunghi, ma in ogni caso il Piemonte con quell’evento, e già memore dalla altra tragica alluvione del 1994, ha messo in campo un avanzato sistema di monitoraggio meteo e di allettamento in caso di emergenza.

Molti forse avranno dimenticato, ma quel 2000 fu davvero tragico dal punto di vista del rischio idraulico-geologico arrivando a contare in circa un mese quasi 50 vittime in tutto il Paese. Di certo i due eventi, diedero una sorta di scossa al sistema e oggi a seguito di quegli eventi c’è stato un pesante adeguamento normativo e anche strutturale.

Ovviamente lungi dall’essere risolti i problemi, di certo in quell’occasione si è cercato di affrontarli e oggi a distanza di 20 anni è importante ricordare questi eventi calamitosi affinché non si dimentichi di come possa essere fragile il nostro territorio e che ancora bisognerà lavorare molto in prevenzione.

Di seguito alcune testimonianze video

Documenti Video (CNR-IRPI) – Soverato – Calabria:
Sopralluogo aereo

Testimonianze TV7

Documenti Video – Alluvione Valle d’Aosta e Piemonte

Testimonianza Gressoney(AO)

Alluvione a Torino

Sopralluogo aereo Pollein (AO)

GR1 e testimonianze da Cogne (AO)

 

Fonti Consultate: CNR-IRPI, Regione Autonoma Valle d’Aosta

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45