Ecosistema Urbano 2020, Calabria luci e ombre
Qualche giorno fa il Sole 24 ore, in collaborazione con Ambiente Italia e Legambiente, ha pubblicato la 27° edizione dell’indagine ambientale “Ecosistema Urbano”. L’analisi di 18 parametri ambientali pone la lente d’ingrandimento sulle 104 città capoluogo di provincia d’Italia per valutare chi è più virtuoso e green. I dati analizzati sono riferiti al 2019.
Cosa è successo alle 5 città calabresi? La classifica globale è vinta dalla “solita” Trento che si conferma leader a livello italiano, inseguita da Mantova e Pordenone, ma sorpresa delle sorprese (ma fino ad un certo punto) nella top 10 entra anche Cosenza. Andiamo a scoprire i risultati delle 5 città.
COSENZA – Il capoluogo silano, dopo l’onorevole 14° posto del 2019, entra così nel gotha della città green d’Italia e si piazza all’8° posto. Il miglioramento continuo è sempre un ottimo biglietto da visita. Per ognuno dei 18 parametri ci sono delle classifiche parziali e la città di Cosenza è prima in Italia per basso numero di incidenti stradali. 4° posto per le isole pedonali, 5° posto per l’uso di solare termico e fotovoltaico. Sempre nella top 10 nelle classifiche per il numero di alberi in città e e per una bassa produzione di rifiuti urbani. Dunque una performance di tutto rispetto e un risultato che va celebrato con tutti gli onori della cronaca anche perché è la prima città del sud Italia in mezzo ad una pletora di città del nord. Cosenza si trova in classifica generale davanti a Biella e dietro a Parma.
CATANZARO – Il capoluogo di regione è invece ben lontano da Cosenza e si pone circa a metà classifica perdendo ben 21 posizioni. 52° posto contro il 31° dello scorso anno. Catanzaro si trova in classifica fra Ravenna e Pavia. La città dei due mari eccelle per basso numero di incidenti stradali, subito alle spalle di Cosenza. Altri assi sono la bassa produzione di rifiuti e la ridotta presenza di biossido di azoto. Problemi invece sulla depurazione delle acque che non è al 100% e in questa parziale classifica si trova al 90° posto e zero isole pedonali in città la relegano all’ultimo posto. Dunque un risultato senza infamia e senza lode che vede qualche eccellenza, ma ancora tanto lavoro da fare in particolare sulla depurazione che non è più accettabile nel 2020 che non sia al 100%. Fra i capoluoghi regionali, Catanzaro, si trova all’8°posto fra i 20 capoluoghi regionali ed la prima di tutto il sud. Questo diciamo può essere un punto a favore che compensa lo scivolone in classifica di quest’anno.
REGGIO CALABRIA – Per la città dello stretto situazione sostanzialmente uguale a quella dello scorso anno, anzi c’è un leggero peggioramento dal 71° al 74° posto. Reggio si trova in classifica generale in compagnia di Chieti e Potenza. Nonostante una pagella non degna di lode, Reggio segna il primo posto nella quantità di rifiuti prodotti per singolo abitante, seppur potrebbe suonare strano visti i problemi nella gestione rifiuti degli ultimi mesi ed è di certo una nota positiva. Anche il verde urbano fa segnare un 12° posto a Reggio. Buona l’aria con la seconda migliore posizione in Italia per quantità di ozono nell’aria. Non bene invece per la gestione dell’acqua, seppur i consumi ridotti portano Reggio al 4° posto, manca anche qui il 100% della depurazione e forte è la dispersione nella rete acquedottistica. I “voti” più neri, tutti sotto il 90° posto, sono il basso utilizzo dei mezzi pubblici e quindi una conseguente elevata motorizzazione. Dunque in riva allo stretto c’è molto da lavorare.
CROTONE – Nella città pitagorica, seppur la posizione finale è al 79° posto, c’è da segnalare un balzo in avanti di 15 posizioni, facendo risalire Crotone dagli inferi del 94° posto. Come Cosenza segna un miglioramento nella posizione con una doppia cifra e agganciando Reggio. Nelle classifiche parziali le migliori posizioni sono un 16° posto in termini di incidenti stradali e un tasso di motorizzazione basso che la porta al 18° posto. Brutto primato negativo in termini di verde urbano con il 104° posto e 103° posto per la raccolta differenziata. Scarse anche le piste ciclabili e le isole pedonali che agganciano entrambe un 70° posto. Crotone si posiziona in classifica generale fra due città del nord, Rovigo e Torino. Dunque per la città pitagorica c’è molto da lavorare, ma la strada intrapresa può essere quella giusta.
VIBO VALENTIA – La più piccola città capoluogo della Calabria vince purtroppo la classifica al contrario essendo relegata all’ultimo posto della classifica generale. Lo scorso anno la posizione era la stessa, ma la città non era stata valutata per non aver fornito i dati. Quest’anno i dati ci sono, ma parzialmente e anche questo non aiuta a scalare la classifica. Mancano i dati sull’aria, che probabilmente per Vibo potevano essere valori che avrebbero portato la città in posizioni ben più onorevoli dell’ultimo posto. Mancano anche i dati sugli alberi e sulle isole pedonali. In questa triste posizione c’è però un 4° posto nella classifica sulla produzione di rifiuti urbani, 13° posto su incidenti stradali e un buon 24° posto sui consumi idrici. Su questo risultato pesano sicuramente l’assenza di dati forniti e probabilmente con la completezza dei dati la piccola città sulla collina non sarebbe certamente in ultima posizione in compagnia di Palermo. La speranza che il prossimo anno i dati forniti siano completi per uscire da quest’ultimo posto che di certo non fa una buona pubblicità alla città del Monte Poro e della Costa degli Dei.
Dunque un quadro calabrese fatto di luci ed ombre e composto da un testa coda nazionale fra Cosenza e Vibo Valentia. Catanzaro a metà classifica ha una posizione senza infamia e senza lode, seppur compie un grande scivolone. Reggio mantiene, seppur perdendo qualcosina, ma resta ampiamente nella parte bassa della classifica. Crotone risale dagli ultimi posti con un bel balzo, mentre Vibo paga il fatto non fornire i dati completi. Di certo bisogna nuovamente dire “tanto di cappello” a Cosenza che migliora molto dall’anno precedente e con l’entrata nella top 10 della classifica non può che essere un onore per tutta la Regione. Complimenti!
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Fonti consultate: Il Sole 24 ore, Legambiente