Covid-19: densità di popolazione e chiusura dei confini
La densità di popolazione è un fattore estremamente importante quando si analizza una pandemia. Nelle grandi aree metropolitane è facile imbattersi in assembramenti dovuti ai trasporti pubblici o ai marciapiedi affollati, che costringono le persone a restare a distanze non considerate di sicurezza. Ciò non si verifica naturalmente nelle aree rurali, dove la densità di popolazione è più bassa.
Durante la pandemia in corso di COVID-19, per tante nazioni del mondo le restrizioni prevalenti hanno rappresentato la chiusura dei confini nazionali, regionali e comunali. Ciò aiuta?
Se usassimo soltanto il buonsenso saremmo portati a rispondere di si, ma secondo due ricercatori che hanno pubblicato un articolo su Chaos, la migrazione unidirezionale dalle città più grandi a quelle più piccole, aiuterebbe a disperdere la densità delle aree urbane.
I divieti di viaggio, secondo i due scienziati, potrebbero essere meno efficaci in determinate situazioni. Hanno eseguito 10.000 iterazioni della simulazione per determinare la conseguente diffusione della malattia tra le persone in due località quando la migrazione è unidirezionale: dalle città dense a quelle meno dense. Hanno anche studiato l’effetto della “migrazione forzata”, che sposta le persone sane fuori dalle città densamente popolate all’inizio di una pandemia.
I risultati hanno mostrato che mentre il movimento dalle grandi città alle piccole città potrebbe essere leggermente meno sicuro per quest’ultime, nel complesso, per una situazione di pandemia globale, questa riduzione della densità delle aree altamente popolate è migliore per la maggior parte delle persone.