Published On: Mer, Nov 18th, 2020

I ghiacciai della Groenlandia si sciolgono più rapidamente del previsto

In questo articolo di Agosto avevamo già messo in evidenza come lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia abbia superato il punto di non ritorno. Ora, secondo una ricerca pubblicata su Nature Communications, i tre più grandi ghiacciai dell’isola potrebbero sciogliersi più velocemente del previsto.

Il team di ricerca è giunto a questa conclusione analizzando immagini storiche che testimoniano la perdita di ghiaccio persa dai ghiacciai Jakobshavn Isbrae, Kangerlussuaq e Helheim durante il XX secolo. In particolare il primo ha perso ben 1,5 trilioni di tonnellate di ghiaccio tra il 1880 e il 2012, mentre gli altri 1,4 trilioni e 31 miliardi di tonnellate, rispettivamente, tra il 1900 e il 2012. Ciò ha contribuito all’innalzamento del livello dei mari di 8 mm. Un valore che a primo impatto potrebbe sembrare irrisorio, ma che in realtà non lo è.

Nel suo ultimo rapporto l’IPCC ha previsto un aumento del livello dei mari tra 30 e 110 cm entro il 2100. Questi tipo di previsioni vengono viste dal grande pubblico come qualcosa di irrealistico, visti i continui cambiamenti a cui il nostro pianeta è andato incontro nelle sue ere geologiche e vista la distanza temporale che ci separa. In realtà,  continuando ad immettere gas serra nella nostra atmosfera, e in assenza di eventi sconvolgenti improvvisi, il trend è quello delineato nelle previsioni dei modelli stocastici. Anzi, nella maggioranza dei casi le previsioni appaiono anche ottimistiche.

Il documento ha sottolineato, infatti, come l’aumento peggiore previsto dai modelli sia addirittura sottostimato rispetto a quanto osservato sino ad ora; la perdita di ghiaccio potrebbe essere da tre a quattro volte maggiore di quanto previsto in precedenza per i ghiacciai presi in considerazione in questo studio.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.