Diabete, un test alternativo al controllo glicemico
Il monitoraggio frequente del diabete è essenziale per migliorare il controllo del glucosio e ritardare le complicanze cliniche che ogni anno colpisce 425 milioni di abitanti nel mondo. L’attuale pratica, tuttavia, risulta talvolta invasiva e dolorosa, per cui l’università di Strathclyde ha sperimentato un test (che ha dato un tasso di precisione del 95.2%) alternativo dove viene utilizzata la saliva. La costante necessità di perforare le dita più volte al giorno per la maggior parte dei pazienti può portare allo sviluppo di calli, nonché a difficoltà nell’ottenere campioni di sangue. Inoltre, non tutti vorrebbero donare sangue e ci sono circostanze in cui potrebbe essere pericoloso. La saliva, invece, riflette diverse funzioni fisiologiche del corpo, come quelle emotive, ormonali, nutrizionali e metaboliche, e quindi i suoi biomarcatori potrebbero rappresentare una valida alternativa.
E’ facile da raccogliere, non è un esame invasivo, è facilmente conservabile e richiede meno maneggevolezza del sangue durante le procedure cliniche, pur essendo ecologicamente efficiente. Il presente protocollo utilizzato nella piattaforma a infrarossi – secondo i ricercatori – è in grado di rilevare biomarcatori spettrali senza reagenti. La combinazione di un la raccolta invasiva salivare e un’analisi senza reagenti consente di monitorare il diabete con una piattaforma sostenibile classificata come tecnologia verde. I test di laboratorio hanno utilizzato un sistema scientifico noto come Spettrofotometria infrarossa in riflettanza totale attenuata (FTIR-ATR). Un sistema già utilizzato nella diagnosi di diverse malattie, sebbene le sue applicazioni nel monitoraggio del trattamento del diabete abbiano iniziato a emergere solo di recente. I campioni sono stati valutati in tre categorie: diabetici, non diabetici e diabetici trattati con insulina – a cui sono stati identificati due potenziali biomarcatori diagnostici. I ricercatori sperano che il processo sviluppato possa essere utilizzato sia per il diabete di tipo 1 che per quello di tipo 2, anche se saranno necessari ulteriori studi per confermarlo.