Mappata la forma di un asteroide grazie al contributo degli astrofili
Gli astrofili forniscono un grande contributo alle scoperte scientifiche. I grandi telescopi utilizzati dagli astronomi non possono coprire ogni notte qualsiasi area del firmamento e in determinati eventi vengono puntati su medesime aree celesti.
Oltre alle molteplici scoperte di stelle variabili e comete che puntualmente trovano conferma al Minor Planet Center, un ulteriore esempio proviene dalla collaborazione tra i ricercatori dell’istituto SETI e 26 osservatori amatoriali cittadini di sette paesi diversi, che hanno osservato l’asteroide 1999 AP10 (NEA) di 2 Km di larghezza, mappandone la forma.
UNISTELLAR EVSCOPE – Hanno utilizzato una rete composta da eVscope, un moderno telescopio “intelligente” della startup Unistellar e una tecnica ormai nota chiamata inversione delle curve di luce, che analizza il modo in cui un oggetto cambia la luminosità riflessa mentre ruota nello spazio.
Grazie a questo telescopio dotato di sensore CMOS, gli osservatori sono in grado di visualizzare le immagini live su uno smartphone tramite APP o su un oculare elettronico che proietta le immagini su uno schermo OLED.
Inoltre, permette la visualizzazione contemporanea attraverso campagne osservative che possono essere tenute da scienziati e astrofili, in modo da eliminare eventuali errori prodotti su un singolo strumento dalla turbolenza atmosferica.
IL VUOTO DOPO ARECIBO – Il nuovo telescopio, promosso sulla piattaforma Kickstarter, ha l’obiettivo di colmare il vuoto lasciato dal grande radiotelescopio di Arecibo. Naturalmente, dicono i ricercatori, fare un paragone tra i due strumenti è come paragonare un gigante con un bambino, ma le comodità offerte dalla nuova tecnologia provano a colmare l’imponente divario.
Inoltre, restano una serie di difficoltà da superare: a differenza dei radar planetari come Arecibo, la rete eVscope fatica a rilevare le depressioni sulla superficie di un asteroide, come ad esempio i crateri da impatto; questo perché la matematica dietro la tecnica usata presuppone che l’oggetto sia interamente convesso, senza regioni basse.
Infine, un grande strumento come Arecibo sarebbe capace di mappare sino a trenta asteroidi potenzialmente pericolosi ogni anno, mentre la nuova rete si limita a 1-2 oggetti.
Il team ha presentato i risultati alla riunione autunnale 2020 dell’American Geophysical Union, rigorosamente online a causa della pandemia.