Published On: Ven, Gen 22nd, 2021

Il mare più grande di Titano è profondo 300 metri

Titano, il satellite naturale più grande di Saturno, è avvolto da una foschia dorata di azoto gassoso, ma sbirciando tra le nubi, il paesaggio ha un aspetto apparentemente simile a quello della Terra, con fiumi, laghi e mari di metano liquido.

IL KRAKEN MARE

Ora, grazie ai dati Cassini del 2014 che ha sondato con il suo altimetro radar il Kraken Mare, gli astronomi della Cornell University ne hanno stimato una profondità di almeno 300 metri. Una profondità ideale per inviare un giorno un sottomarino robotico senza motore meccanico.

L’enorme lago fu scoperto nel 2007 dalla stessa sonda spaziale e contiene l’80% dei liquidi superficiali del corpo celeste che dista un miliardo di miglia dalla Terra.

La stima è stata resa possibile grazie ad una collaborazione con i ricercatori del JPL della Nasa, grazie alla quale il team ha rilevato il tempo intercorso del fascio radar tra la superficie e il fondo, con uno sguardo alla composizione, non marcatamente diversa dagli altri mari più a nord.

ALTRI MARI

La sonda Cassini. Credit: Nasa

Titano ospita altri specchi liquidi più piccoli sulla sua superficie e rappresenta un probabile modello di Terra primordiale. Alcuni tra questi, come il Moray Sinus, ha rivelato una profondità di 85 metri e una miscela di etano e metano.

La sonda Cassini, inoltre, ha scandagliato il Ligeia Mare, un piccolo mare nella regione polare nord, per cercare la misteriosa isola magica che scompare e riappare.

Grazie a questi preziosi dati, i ricercatori possono ora dedurre la densità del liquido con maggiore accuratezza, quindi calibrare il sonar e comprendere i flussi direzionali del mare.

Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of Geophysical Research.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.