Lo scheletro di Ardi potrebbe far luce sulla prima posizione eretta
Charles Darwin riconobbe una stretta relazione evolutiva tra umani, scimpanzé e gorilla sulla base delle loro anatomie condivise, sollevando alcune grandi domande: in che modo gli umani sono correlati ad altri primati? Ora, la ricerca di un professore della Texas A&M University può fornire alcune risposte.
Thomas Cody Prang, assistente professore di antropologia, insieme al suo team, ha esaminato i resti scheletrici di Ardipithecus ramidus (Ardi, una specie di ominide che viveva in Etiopia), risalenti a 4,4 milioni di anni fa. I ricercatori hanno confrontato la forma della sua mano con centinaia di altre per fare confronti sul tipo di comportamento locomotore usato dai primi ominini (parenti umani fossili).
I risultati forniscono indizi su come i primi esseri umani iniziarono a camminare in posizione eretta e a compiere movimenti simili a quelli odierni.
UN GRANDE SALTO EVOLUTIVO
Il team ha riscontrato un grande salto evolutivo tra il tipo di mano rappresentato da Ardi e le successive mani di ominidi, compresa quella di Lucy, uno scheletro ben conservato di 3,2 milioni di anni fa ritrovato negli anni ’70.
Questo “salto” avviene in un momento critico in cui gli ominidi stavano evolvendosi alla posizione eretta e stavano fabbricando i primi utensili.
Un’idea condivisa dallo stesso Darwin nel 1871, il quale pur possedendo fossili o comprensione della genetica, intuì che l’uso delle mani e degli arti superiori era in connessione con la posizione eretta.
Poiché Ardi è una specie così antica, potrebbe mantenere caratteristiche scheletriche che erano presenti nell’ultimo antenato comune di umani e scimpanzé. Se ciò fosse vero, potrebbe aiutare i ricercatori a collocare l’origine del lignaggio umano.
Fu un importante cambiamento nello stile di vita, che diede il via ad una migliore manipolazione manuale. Questa scoperta è descritta in uno studio pubblicato nell’attuale numero di Science Advances.