Published On: Sab, Feb 27th, 2021

Lo scioglimento delle nevi in montagna

Lo scioglimento delle nevi in montagna è una fase fondamentale del ciclo dell’acqua.

Quando, al termine della stagione invernale, i primi raggi del Sole cominciano a illuminare le montagne, la coltre nevosa comincia a sciogliersi. Dapprima scompare dalle cime meglio esposte, poi incomincia a liquefarsi sui versanti orientati a nord e, infine, abbandona anche le ultime zone d’ombra.

Il processo alimenta molti ruscelli e torrenti che si riuniscono via via in corsi d’acqua più grandi e vanno a sfociare nei fiumi. Il processo è piuttosto lento: si protrae per parecchi mesi, a seconda della quota.

In alta montagna si completa solo verso la metà dell’estate (ma le nevi cosiddette “perenni” non si sciolgono mai), mentre a quote inferiori inizia fin dai mesi di Aprile o Maggio.

Lo scioglimento delle nevi

Questo protrarsi del fenomeno è benefico, dal momento che la massa di neve accumulatasi durante l’inverno è di notevoli proporzioni; se si sciogliesse in pochi giorni, le inondazioni sarebbero devastanti. In ogni modo, l’acqua possiede un notevole potere calorifero, e non potrebbe cambiare di stato, passare cioè dallo stato solido a quello liquido, all’improvviso.

Sulle montagne i microrganismi, le piante e gli animali si sono adattati al progressivo scioglimento delle nevi. Alcuni di essi sono precoci ed escono dalle tane o iniziano a sbocciare non appena il Sole comincia a riscaldare di più. E’ il caso di fiori come i crocus, i bucaneve, le tussilagini e le primule; altri invece si godono per molto più tempo i loro rifugi invernali, come le marmotte, le lucertole, i serpenti.

In molti casi, soprattutto per quanto riguarda i vegetali, il periodo invernale sotto la neve è indispensabile per il successo della successiva stagione vegetativa.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.