La Guerra del Golfo, la prima guerra globale “in diretta”
Il 28 febbraio 1991 si concludeva la prima Guerra del Golfo. Sono trascorsi 30 anni da quel conflitto che vide contrapporsi l’Iraq contro una formazione di paesi ONU guidati dagli USA. Quella guerra ebbe origine dall’invasione da parte dell’Iraq, guidato da Saddam Hussein, del piccolo stato del Kuwait (esteso come il Lazio). Era il 2 agosto 1990 quando 300 carrarmati iracheni e 100.000 uomini invasero il piccolo paese a sud affacciato sul Golfo Persico. La resistenza kuwaitiana fu blanda è in poche ore lo stato a sud dell’Iraq venne conquistato. Ovviamente lo sdegno per questo azione fu globale e l’ONU intimò agli iracheni il ritiro immediato delle truppe.
Alla base di questa invasione si giocavano gli equilibri del Medio Oriente e in particolare l’economia del petrolio. Il Kuwait, seppur molto piccolo, è ancora oggi il 10° paese produttore di petrolio (dato 2016). Dopo varie intimazioni all’Iraq di ritirarsi, dopo sanzioni e un ultimatum, il 17 gennaio 1991 scatta l’offensiva verso il paese medio-orientale. Prese così inizio la missione “Desert Storm“ che fu la prima grande offensiva militare dopo il 1945. Nella coalizione, guidata dagli Stati Uniti, con il presidente George Bush erano presenti fra gli altri Francia, Gran Bretagna e, per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, anche l’Italia. Fino ad allora il nostro Paese aveva partecipato solo a missioni internazionali di peace-keeping (es. Libano, Somalia, Egitto)
Nel nostro Paese iniziarono a riapparire i fantasmi del passato, un passato che era stato chiuso 46 anni prima con la seconda guerra mondiale. Movimenti di opinione, movimenti pacifisti, trasmissioni, dirette TV da USA e Medio Oriente e così l’opinione pubblica si scaldò e parecchio. L’Italia tornava in una missione militare attiva dopo diversi decenni. I giorni che precedettero gli attacchi montò l’apprensione degli italiani. L’assalto ai supermercati, come quello visto prima dei lockdown del Covid19, si era già visto durante quel gennaio 1991. I ricordi della fame di chi aveva vissuto la seconda guerra mondiale erano ancora vivi.
Partiti gli attacchi della coalizione ci fu una gara fra i media a chi riusciva a fare la scoop dai luoghi del conflitto e fu per questo che viene considerata la prima vera e propria guerra in diretta, nel senso mediatico. Ovviamente non c’erano ancora i social, se no si può immaginare cosa sarebbe stato quel conflitto che in fondo durò “solo” pochi mesi.
In pochi giorni poco meno di milioni di uomini della coalizione alleata, ebbero la meglio sui circa 300 mila soldati iracheni. Delle vittime si parlò poco e delle dirette TV si hanno ricordi sbiaditi di immagini verdi. Erano le immagini ad infrarosso che permettevano di vedere i bombardamenti nella capitale irachena durante la notte. Circa 700 soldati nella coalizione alleata persero la vita, ma non sono invece chiare le perdine irachene. Si parla da 20.000 a 100.000 persone e la maggior parte di essi civili. Fu un ecatombe ai quali i giornali non diedero molto spazio.
TG1 Edizione delle 20 – 17 gennaio 1991:
Oltre alle ingenti vittime (soprattutto civili) questa guerra provocò diversi danni ambientali dovuti al bombardamento dei pozzi petroliferi. Incendi, sversamenti, rottami, uranio impoverito sono questi i lati ambientali di una guerra con gravi conseguenze per l’ambiente, la biodiversità e anche per i soldai. Ovviamente la sensibilità di allora su questi temi era solo agli albori.
In questa conflitto, che in Europa fu solamente televisivo, si apprezzarono diversi giovani (e meno giovani) reporter di guerra come Lilli Gruber, Carmen Lasorella, Fabrizio Del Noce, Pino Scaccia, Andrea Purgatori. Come dimenticare invece Emilio Fede, direttore di Studio Aperto, che annunciò in diretta degli attacchi su Baghdad. Fu il primo TG italiano ad annunciarlo bruciando sul tempo la tv di Stato.
Estratto di Studio Aperto con l’annuncio in diretta dell’inizio dell’attacco alleato:
L’Italia ricorderà anche l’apprensione per la prigionia dei due piloti italiani: il maggiore Bellini e il capitano Cocciolone. Durante un bombardamento i due piloti italiani furono colpiti dalla contraerea irachena. Si salvarono eiettandosi e paracadutandosi dal Tornado, ma appena atterrati furono catturati e presi come prigionieri di guerra. Questo fu l’evento che catalizzò i media italiani in quei primi mesi del 1991 fino al loro rilascio. Il loro rapimento fu l’unico “pegno” che pagò il nostro Paese in questo conflitto, un conflitto che vide più protagoniste le TV che i soldati.
Estratto della scatola nera del Tornado italiano con i dialoghi dei piloti italiani:
Estratto del TG2 del 21 gennaio 1991 con l’interrogatorio del Capitano Cocciolone: