Oggi l’Equinozio di primavera: arrivederci all’inverno astronomico
Alle 10:37 avverrà il tradizionale passaggio di consegne tra la stagione invernale e quella primaverile. Pochi attimi in cui la nostra stella si presenta all’intersezione tra eclittica ed equatore celeste.
E’ l’Equinozio di primavera, dal latino æquinoctium, evento che si verifica solo due volte l’anno, nei giorni che astronomicamente segnano l’inizio della primavera e dell’autunno.
La particolare posizione della Terra lungo la sua orbita permetterà oggi al Sole di illuminare la parte esposta del globo allo stesso modo, ed in linea teorica, senza tenere conto della rifrazione, con durata uguale del giorno e della notte. In linea pratica, tuttavia, si tratta di un mito da sfatare, come vedremo più avanti.
Tutto ciò avviene per un motivo molto semplice: com’è noto la terra gira su se stessa ed intorno al sole seguendo un’orbita che si sviluppa sul cosiddetto piano dell’eclittica. Se l’asse di rotazione fosse perpendicolare ad esso, il giorno e la notte durerebbero sempre lo stesso intervallo di tempo in ogni area del pianeta, (salvo ai poli). L’asse di rotazione della terra, però, è inclinato rispetto all’orbita di circa 67° e questo provoca una serie di conseguenze.
UN GIORNO PARTICOLARE
Un giorno particolare quello dell’equinozio, che segna uno dei punti fermi del moto di rivoluzione che per secoli hanno accompagnato la vita degli uomini. Analogamente ai solstizi, essi sono convenzionalmente assunti come momento di avvicendamento delle stagioni astronomiche sulla Terra.
Nell’emisfero boreale l’equinozio di marzo segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera; viceversa, quello di settembre termina l’estate e introduce l’autunno.
Accade l’opposto nell’emisfero australe, dove l’autunno entra all’equinozio di marzo e la primavera in quello di settembre. In entrambi gli equinozi, inoltre, il sole passa a sud del tropico del Cancro e a nord di quello del Capricorno; allo zenith equatoriale il sole si trova declinato di 66°33′ su entrambi i tropici e di 23° 27′ su entrambi i circoli polari.
DURATA IDENTICA DELLA NOTTE E DEL GIORNO: UN MITO DA SFATARE
La definizione di equinozio è puramente teorica. Gli effetti della rifrazione atmosferica, il semidiametro del Sole e la parallasse solare, infatti, fanno sì che negli equinozi la lunghezza del dì ecceda quella della notte.
Il Sole sorge quasi ad est e tramonta quasi ad ovest; ma non esattamente, in quanto l’equinozio è un preciso istante che può coincidere con uno solo dei due eventi, ma non prodursi due volte nell’arco di 12 ore.
Eppure, alcuni miti astronomici sono duri da sfatare. Uno tra questi è che la regione artica, nel corso dell’anno, vive sei mesi di luce e sei mesi di oscurità. Un evidenza che i libri di geografia, i vari articoli e le guide turistiche continuano a riportare, in quanto valutano il termine “notte” come la presenza del Sole sotto l’orizzonte.
In realtà quando il Sole scende di poco sotto la linea dell’orizzonte, si ha il fenomeno del crepuscolo. Ogni volta che il bordo più alto del Sole è inferiore a 18 gradi sotto l’orizzonte si verifica il limite del crepuscolo astronomico, oltre al quale ne esistono altri due tipi: quello civile, che si verifica quando il Sole è sotto di 6°, e quello nautico, ossia quando la nostra stella scende a 12 gradi sotto l’orizzonte.
Durante il primo è ancora possibile continuare la maggior parte delle attività quotidiane all’aria aperta, ma è soltanto dal secondo che si comincia a delineare l’oscurità.