Published On: Gio, Apr 1st, 2021

Nel Neolitico, 5.800 anni fa, si estraeva sale dall’acqua di mare

L’archeologo indipendente Stephen Sherlock ha trovato prove risalenti a 5.800 anni fa di persone neolitiche che estraevano sale dall’acqua di mare.

La pratica si svolgeva nell’attuale Street House nei dintorni di Loftus, un paese di 7.050 abitanti della contea del North Yorkshire, in Inghilterra. I manufatti portati alla luce, tra cui centinaia di frammenti di ceramica, descrivono il più antico impianto di produzione di sale mai scoperto per il paese.

IL SALE, UN BENE IMPORTANTE NEL NEOLITICO

Il sale era un bene importante nel Neolitico: veniva usato per conservare cibo e pelli, necessari per sopravvivere ai lunghi e freddi inverni di quell’epoca.
L’acqua veniva prelevata dal Mare del Nord, a circa 4 Km di distanza, e poi inserita in brocche. Successivamente, veniva poi distillata prima del trasporto all’impianto di produzione.

Credit: Antiquity

Per recuperare il sale, i lavoratori raccoglievano una quantità determinata di salamoia utilizzando pentole, e la riscaldavano sul fuoco per un massimo di sette ore. In questo modo era rimossa la maggior parte dell’acqua rimanente. Le pentole colme di sale venivano poi messe da parte per il processo di raffreddamento.

Strutture simili per l’estrazione del sale del periodo neolitico sono state trovate in diversi luoghi in Europa, ma questa rappresenta la prima per la Gran Bretagna, addirittura più antica di migliaia di anni rispetto a qualsiasi altra.

Il sito scelto era strategico e secondo l’autore dello studio che ha pubblicato il documento sul sito della Cambridge University Press, fu consigliato da migranti provenienti dalla terraferma, probabilmente francesi.

In effetti i test hanno poi dimostrato che la produzione della ceramica avvenne proprio in Francia.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.