Il Kosovo, ieri e oggi, visto dai vicini albanesi (intervista)
In Italia, del Kosovo, non si sa molto, eppure questo piccolo stato, in linea d’aria, non dista molto dal nostro Paese. Conosciamo invece meglio l’Albania e i tanti albanesi che ormai sono parte integrante della nostra comunità. Del Kosovo qualcuno ricorda il nome di una guerra che ormai risale al lontano 1998/1999. Il piccolo stato balcanico, che faceva parte dell’ex-Jugoslavia, è stato l’ultimo a rendersi unilateralmente indipendente nel 2008. La sua indipendenza è stata molto travagliata e ancora oggi non tutti lo considerano riconosciuto, ma ancora come parte integrante della Serbia. Il paese ha una cultura profondamente albanese e la sua piccola capitale è Pristina, molti di noi la ricorderanno per le cronache delle missioni di pace.
Parliamo dunque con chi da vicino conosce meglio i kosovari. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi, Orjeta Thacina, studentessa albanese che studia in Italia e al quale chiederemo alcune curiosità sull’ultimo paese nato in Europa.
GC: Orjeta parlaci prima di tutto un pò di te.
OT: Prima di tutto volevo ringraziarvi per questo bellissimo spazio che avete creato con GeoMagazine.it e per questa intervista. Sono arrivata in Italia nel 2009 per gli studi, fatto la triennale in Economia Aziendale a Torino e tra studio e lavoro sto finendo la specialistica in Amministrazione e Controllo Aziendale. L’inizio? Un trauma, ma poi mi sono innamorata di questo Paese, delle persone, della cultura e del cibo. Ormai lo considero casa anche se l’Albania mi manca ed è sempre nel mio cuore.
GC: Siamo noi a ringraziare te per il tuo tempo. Torniamo al Kosovo. Tu sei molto giovane, ma che ricordi hai della guerra del 1998 che di fatto era dietro casa vostra?
OT: Avevo 7/8 anni, ma ho dei ricordi abbastanza chiari. Avevamo un negozietto piccolo di alimentari nel nord dell’Albania. Come paese uscivamo dalla crisi del 1997. Mi ricordo il nostro negozio chiuso e mio padre che era preoccupato del cibo che poteva andare male. Fuori era il caos e si sparava. Quindi cercavamo di regalare cibo e di mangiarlo noi per non sprecare nulla. Mi ricordo di aver mangiato tanti di quei yogurt alla frutta che prima ce lo potevamo sognare poiché costavano troppo. Ai più sembrerà uno scherzo, ma era proprio così.
Qualche mese dopo, ed era già primavera del 1998, mi ricordo l’arrivo dei rifugiati dal Kosovo con delle macchine che all’epoca mi sembravano enormi. Noi bambini eravamo felici di vedere queste facce nuove, ma loro un po’ meno all’inizio. Poi, piano piano, siamo diventati tutti una grande famiglia. Dormivano dai nostri vicini perché casa nostra era piccola. Noi cercavamo di aiutarli con cibo e coperte. Ricordo i pomeriggi davanti al negozietto, seduti chi in queste piccole sedie di legno e chi per terra e tante chiacchiere e caffè tutti insieme. Per tutti noi era il momento più bello della giornata. Era il momento dei racconti e della condivisione di tante storie belle, ma anche tante tristi. E questi episodi e storie si ripetevano in tutta l’Albania in quegli anni.
GC: Dunque si creò un legame molto stretto fra voi e i kosovari, di solidarietà, ma anche di condivisione. Quindi cosa rappresenta per voi albanesi il Kosovo?
OT: Il Kosovo per noi è sempre stato parte dell’Albania. Siamo un unico popolo diviso in due paesi diversi, ma tanto tanto vicini. Parliamo la stessa lingua, abbiamo tante tradizioni in comune e i kosovari sono un popolo aperto e solare. Abbiamo tanto da imparare da loro. Se ci fai caso, anche da interviste a personaggi famosi del Kosovo, per farti due nomi Rita Ora e Dua Lipa, con una grande carriera all’estero, si presentano quasi sempre come albanesi del Kosovo e non come kosovari. Ci siamo stati quando avevano bisogno di noi e loro ci sono stati quando noi avevamo bisogno di loro. Ho questa immagine impressa, di queste macchine dell’esercito che arrivano dal Kosovo con gli aiuti per l’Albania dopo il terremoto di novembre 2019 che difficilmente cancellerò dalla testa.
GC: Dunque un forte legame di un popolo di fatto unito da comuni radici. Ma ci sono velleità unitarie nei due paesi e quali sono i rapporti oggi fra Pristina e Tirana?
OT: So che a seguito dell’indipendenza del Kosovo e dalla costruzione del tratto stradale “Rruga e Kombit” tradotto in italiana “la Strada della Nazione” ci sono stati scambi economici importanti per entrambi i paesi. Ogni anno tanti albanesi del Kosovo vengono a fare le vacanze in Albania e tanti albanesi ogni anno vanno a visitare il Kosovo o partecipano a vari concerti o eventi particolari. Tantissimi albanesi sono a favore dell’unificazione dei due paesi. Io penso, per una serie di motivi che sia importante per loro che siano albanesi del Kosovo e che il Kosovo esista e sia riconosciuto nel mondo.
GC: Il Kosovo non è ancora oggi riconosciuto da tutti i paesi, alcuni hanno ritrattato i rapporti internazionali e anche alcuni paesi dell’UE, come Spagna e Grecia, non l’hanno mai riconosciuto. Che futuro vedi per il Kosovo?
OT: Penso che il Kosovo abbia grandi potenzialità. Sono sicura che in futuro si farà conoscere e accettare da tutti i paesi del mondo e non solo dall’Europa.
Grazie Orjeta. Dunque in bocca al lupo al piccolo paese balcanico e a voi amici albanesi per il vostro futuro.