Le vittorie all’Eurofestival e agli Europei possono trainare la crescita dell’Italia?
In questo momento storico, in cui di fatto siamo ancora dentro una pandemia globale, il nostro Paese, come gran parte degli stati al mondo, sta vivendo una forte recessione, seppur con qualche timido segnale di ripartenza. L’Italia, che è stato une dei paesi più colpiti dal Covid19, ha subito nel solo 2020 una contrazione del PIL di quasi il 9%. Numeri che non si vedevano dalla prima metà del secolo scorso, ma che malgrado tutto condividiamo con gli altri paesi UE.
In questi ultimi mesi però, una serie congiunturale di eventi ha portato l’Italia sulla ribalta degli schermi, quasi quanto l’aveva fatto lo scoppio della pandemia e le apocalittiche immagini del corteo dei camion militari a Bergamo. Stiamo parlando di due eventi seguitissimi in Europa, ma non solo. L’Eurovision Song Contest, l’evento non sportivo più seguito al mondo (una sorta di Sanremo europeo), che il 23 maggio 2021 ha segnato dopo 31 anni una nuova vittoria per l’Italia. I Maneskin, gruppo musicale della Capitale, con la loro canzone rock Zitti e Buoni, hanno conquistato il pubblico da casa alla gara e ormai hanno iniziato a spopolare nelle classifiche di tutta Europa. Secondo i dati di Spotify la canzone è attualmente in testa nella classifica globale, davanti ad artisti noti come Ed Sheeran o altri cantanti blasonati del mondo della musica.
L’Eurovision, visto in TV da quasi 200 milioni di spettatori, ha tocca punte di share di oltre l’80% nel Nord Europa. Numeri davvero bulgari per fare una battuta. Non si può negare che il nome dell’Italia abbia avuto una grande risonanza in tutti gli appassionati di musica e non solo. Dunque la musica italiana, nello strapotere globale delle canzoni in lingua inglese e spagnolo, riesce ancora a scalare le classifiche.
Passiamo all’altro evento che ha portato sul tetto d’Europa l’Italia e cioè gli Europei di Calcio disputati con un anno di ritardo a causa della pandemia (il nome è rimasto Euro 2020). Qui l’Italia non era per nulla favorita alla vittoria finale. L’esclusione dai mondiali del 2018 in Russia a seguito dell’eliminazione alle qualificazioni aveva relegato la nostra nazionale al 20° posto nel ranking mondiale. I fasti della vittoria del mondiale del 2006 sembravano ormai lontani e l’allenatore Mancini si è ritrovato a dover ricostruire una squadra con volti giovani dalle “macerie”.
Il miracolo è avvenuto e l’Italia ha battuto in finale l’Inghilterra in casa degli inglesi e con 60.000 tifosi contro. Se però a Wembley era un tripudio di bandiere di S. Giorgio, fuori dalla stadio in giro per il mondo praticamente tutti hanno tifato per l’Italia. Lo testimoniano i diverse meme sui social o gli stessi giornali scozzesi che auspicavano la vittoria dell’Italia e dove il nostro Mancini è stato raffigurato come una sorta di moderno William Wallace. La Brexit non ha di certo creato simpatie verso gli inglesi.
Nel caso del calcio i numeri sono da capogiro. Si stima che quasi 2 miliardi di persone siano entrate in contatto, via TV o Streaming, con una partita di calcio di Euro 2020. La finale, ha toccato nel nostro Paese e in UK, numeri di share in TV di oltre l’80% con milioni di spettatori e in tutto il mondo ci aspettiamo numeri che non distano molto dal mezzo miliardo di persone. La parola “Italy” si è impennata nelle ricerche di Google Trends a cavallo della finale.
Dunque i numeri dei due eventi sono grandissimi e il nome del nostro Paese è risuonato in ogni angolo del pianeta, anche grazie all’enorme risonanza virale dei social. Come sfruttare però questo congiuntura di eventi favorevoli per l’Italia rilanciando l’economia? Non a tutti piace il calcio o gli interessa della vittoria dell’Italia, come non tutti amano la musica rock e quindi i Maneskin, ma dobbiamo essere coscienti che grazie a questi elementi il beneficio può essere per tutto il Paese se si sfrutta bene l’opportunità.
La crescita economica, in particolare per l’Italia, passa da un aumento dell’export dei nostri prodotti e dal ritorno dei turisti stranieri in Italia (pandemia permettendo) e questi due elementi sono inesorabilmente legati all’immagine che diamo. Se il “marchio Italia” tira di conseguenza possiamo attenderci che anche i due settori vengano trainati.
La vittoria dei mondiali di Calcio del 2006 aveva portato, l’anno successivo, ad un aumento di PIL del 4% e le stime oggi per l’evento europeo, ovviamente minore rispetto ad un mondiale, parlano di quasi un punto percentuale. Le stime invece sulla crescita dell’export, a seguito di Euro 2020, parlano di un aumento del 10%. Per i prossimi anni si prevede comunque una crescita ed un rilancio generale dell’economia e dunque quanto merito attribuirne a questi eventi non sarà di chiara lettura, ma di certo spingeranno anche loro.
Il Made in Italy ha ancora nel mondo un certo appeal, seppur contrastato e un pò sbiadito negli anni, ma in questo momento l’Italia gode di un ampissima visibilità e ha dimostrato che nonostante le difficoltà della pandemia è ancora possibile costruire progetti vincenti. Quanto il nostro Paese sia amato, può essere solo capito all’estero e dagli stranieri che ci fanno visita. All’interno del nostro Paese siamo sempre presi dai nostri campanilismi e abbiamo la tendenza ad avere una visione molto negativa, a volta a ragione a volta a torto. Spesso accade che quando si spiega agli stranieri quanto ci sia stretto il nostro Paese, loro ci guardano sbigottiti dicendoci che non è possibile non amare l’Italia. In alcuni casi, forse non conoscono alcuni lati un pò spigolosi e per nulla degni di elogio dello Stivale.
Senza entrare troppo in politica, possiamo anche affermare, che il Presidente Draghi, ex governatore della banca centrale europea gode di una certa stima e autorevolezza in campo internazionale e anche questo elemento possiamo annoverarlo sulla “qualità dell’immagine” all’estero del nostro Paese. Ad aiutare il Paese si inseriscono anche gli aiuti economici del “Recovery fund” che se sfruttati bene insieme al “Green Deal” sulla transizione ecologica possono essere anch’essi volano per le imprese rivestendo un’occasione più unica che rara di modernizzazione del Paese. Se la politica farà il suo dovere implementando le riforme necessarie per snellire i processi e digitalizzarsi, possiamo renderci conto di quanto sia unica l’occasione. Facile a dirsi, più difficile a farsi, ma di certo abbiamo una grande responsabilità per provare a costruire una sorta di nuovo Rinascimento.
Il prossimo anno sarà l’Italia, in qualità di vincitrice, ad ospitare l’Eurovision Song Contest e a seguire nel 2025 ci sarà il Giubileo e nel 2026 i Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina. Dunque le occasioni per continuare a cavalcare l’onda e metterci in mostra non mancheranno. Dunque l’auspicio che tutti noi serbiamo la frivolezza fresca dei Maneskin e l’eleganza di Mancini per spazzare via la sofferenza di questi difficili anni. Grazie a questa piccola dose di fiducia che hanno dato queste piccole grandi vittorie, siamo tutti chiamati a promuovere il nostro Paese ed esserne parte attiva. Chissà, volendo azzardare (perché nelle cose bisogna crederci), questa ripartenza potrebbe diventare simile al boom degli anni ’60. In bocca al lupo Italia, in bocca al lupo a tutti noi!
Un video che unisce la musica dei Maneskin e gli Azzurri:
Fonti Consultate: MEF, Repubblica, Eurovision News, SVG Europe, Il Sole 24 ore, Google Trends, Condiretti