Quali sono le fonti per produrre energia elettrica in Italia?
In questo particolare e delicato momento storico si parla molto di energia e di come produrla. Complici i rincari, la guerra in Ucraina, la decarbonizzazione e così questi argomenti sono all’ordine del giorno. Come sappiamo il nostro Paese importa diverse risorse per alimentare le nostri centrali a fonti fossili e quindi quelle termoelettriche. Uno su tutti il gas naturale. In piccola parte viene anche estratto direttamente in Italia, ma il grosso proviene da diversi paesi (es. Russia, Algeria, Norvegia, Azerbaigian ecc) che tramite gasdotti o tramite navi che lo trasportano fino a nostri rigassificatori arrivano nel nostro Paese.
Ovviamente il gas naturale non serve solo per alimentare le centrali elettriche chiamate “turbogas”, ma per tanti usi come il riscaldamento domestico, i fornelli di casa oppure l’auto. Dunque di certo è un prodotto strategico che però non ci da troppa autonomia. Quando, un giorno, e speriamo non troppo lontano, si sarà concluso il processo di decarbonizzazione forse non saranno più necessarie queste grandi quantità di gas da bruciare.
Focalizziamoci dunque sull’energia ed in particolare sull’energia elettrica e su come mediamente viene prodotta in Italia. Possiamo indicare che negli ultimi anni la produzione da fonti fossili (gas, carbone e altri combustibili fossili) si attesti circa sul 50% della produzione di energia nazionale. Per quanto riguarda le fonti rinnovabili il dato oscilla fra il 30 e il 40% in base alle condizioni climatiche (in alcuni mesi può toccare anche il 50%). Le rinnovabili sfruttando risorse soggette all’andamento meteorologico e possono avere variazioni. A chiudere il mix energetico c’è un 10-15% di energia acquistata all’estero.
Come dicevamo le fonti rinnovabili oscillano maggiormente in base agli andamenti climatici. In particolare l’energia idroelettrica, che copre fra il 40 e 50 % della produzione di energia green, influenza tutto il pacchetto rinnovabile e si fa risentire subito sulla produzione nazionale. In particolare lo notiamo in questi mesi dove la forte siccità che sta colpendo in particolare il centro-nord. Per quanto riguarda le altre energie rinnovabili circa il 20% viene invece coperto dall’energia eolica, così come un altro 20% da energia solare, mentre la restante parte è coperta dalla geotermia e dagli impianti a biomasse. Anche l’energia eolica, come quella fotovoltaica, è soggetta a oscillazioni. Periodi con frequenti annuvolamenti riducono la produzione solare, così come frequenti perturbazioni che transitano sul nostro Paese possono favorire la produzione di energia eolica. Sono invece costanti l’energia geotermica che sfrutta il calore della terra, così come le biomasse in cui è la mano dell’uomo a fornire il materiale vegetale per essere combusto.
Dunque la sfida del domani è cercare di ridurre il più possibile le fonti fossili, in primis per ridurre le emissioni di gas serra e secondo per non dipendere troppo dalla geopolitica che fa oscillare drasticamente i prezzi. Possiamo azzardare un paragone e dire che l’energia proveniente da fonti rinnovabili è come il prodotto biologico che non utilizzando “prodotti chimici” può essere soggetta al clima e quindi scarseggiare. Se un domani, con il contributo di tutti, avremo una grande quantità di “prodotti bio” quindi nel nostro caso più impianti ad energia rinnovabile, non avremo più la scarsità di energia rinnovabile e di conseguenza ci sarà una riduzione dei prezzi dell’energia.
Fonti consultate: Terna, GME