Published On: Ven, Mar 4th, 2022

Le 5 R dell’energia

Il logo delle cosiddette 5 R comunica in modo efficace l’approccio alla gestione dei rifiuti, una gestione su diverse scale, quella politica/programmatica e quella personale/familiare.

Per spiegare a mia figlia l’importanza di gestire correttamente i rifiuti, prima come esternalità e poi come risorsa, le cosiddette 5R sono un motto che fissa principi importanti e semplici allo stesso tempo, in una climax discendente, perché RIDURRE è il più importante, mentre RECUPERARE (termicamente) costituisce un po’ l’estrema ratio nella chiusura del ciclo dei rifiuti, quando la raccolta differenziata e le operazioni di riciclo non consentono un diverso utilizzo di una parte del cosiddetto residuo secco se non il suo incenerimento (la famosa “termovalorizzazione, che è evidentemente una sorta di eufemismo).

Le 5r dell’energia

Mi sono chiesto se anche per l’energia ci sia un principio esprimibile in modo così efficace, e non mi risulta. Confrontandomi con il collega Giuseppe Cutano ho cercato di ritarare queste 5 R, applicandole all’energia che è prima di tutto una risorsa, e poi un’esternalità, ed oggi ancora di più una commodity strategica oggetto di desiderio e discordia. Quali sono dunque le 5 R dell’energia? Ci provo.

REDUCE (riduci): innanzitutto dell’energia, sia elettrica sia primaria, va ridotto il consumo. Ancora prima degli interventi di risparmio energetico LA RIDUZIONE DEI CONSUMI È UN FATTO CULTURALE. Piccoli gesti, consapevolezza (davvero la “luce” bisogna pagarla? Mio figlio, 7 anni), coscienza del problema energia. Mi spingerei fino alla riconsiderazione del well being, ad esempio accennando alla cosiddetta “decrescita felice”, senza sposarla acriticamente magari solo come posa anticonformista. La riduzione va operata su tutte le scale con operazioni di comunicazione ambientale.

REVAMP (ristruttura): la ristrutturazione dei consumi è anch’essa un’operazione su molte scale, le scale della pianificazione: familiare, del condominio, comunale e così via. Il parco produzione va efficientato riducendo sprechi, aumentando i rendimenti di impianto, dismettendo gli opifici meno performanti e più inquinanti. Inoltre il risparmio energetico e l’elettrificazione possono essere implementate con diversi interventi anche “dal basso” installando fornelli ad induzione, stufe a pellets, acquistando l’auto elettrica.

RE-USE (riutilizza): nella galassia delle biomasse, biocombustibili e materie prime seconde possono essere valorizzate per produrre carburanti, biometano, calore. La sensibilizzazione dei privati è senz’altro centrata sulla raccolta differenziata della frazione organica, che in alcune unità abitative può spingersi fino alla produzione di compost, mentre le comunità montane o le aziende agricole potrebbero spingere sulla raccolta della biomassa legnosa e dei liquami, mentre il biometano è producibile nelle discariche e nei depuratori civili.

RENEWABLES (rinnovabili): l’energia disponibile in idrosfera ed atmosfera va “raccolta” e sbloccata, con progetti sostenibili e con autorizzazioni, si auspica, una volta tanto più snelle e dall’iter certo e ragionevole. Il privato diventa un prosumer e già oggi la produzione dei privati è incentivata e conveniente con i meccanismi che hanno dato seguito a quella che era il meccanismo di scambio sul posto. Da oggi le Comunità Energetiche saranno rinnovabili e fisseranno l’obiettivo comune di piccoli cluster per il consumo di energia clean & affordable.

RESTORE (recupera): come l’ultima R dei rifiuti si parla di recupero energetico; è certo più controverso parlare di termovalorizzatori e, aggiungo, delle risorse minerali nazionali. Un utilizzo oculato e in modalità di cogenerazione ad alta efficienza potrebbe rendere meno indigeste queste pratiche. Esse possono essere sostenute solo a livello di pianificazione di alto livello (regionale o statale) cercando di parlare sia con i comitati nimby sia con gli amministratori locali, per produrre elettricità e calore fruibile da abitazioni ed industrie.

A questo punto ci vorrebbe un logo, accattivante, ed una campagna comunicativa che ci spieghi come l’energia possa declinarsi nei 5 casi che iniziano per R ed hanno lo scopo di proteggere il nostro pianeta ed affrancare il nostro Paese dalla dipendenza energetica, o almeno renderlo gradualmente meno vulnerabile.

About the Author

- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.